“Orto Aperto: Coltivare Inclusione e Sostenibilità, il successo di un progetto che si è concluso” Nel quartiere di Brancaccio si è svolto il progetto “Orto Aperto”, precisamente nello spazio verde di una scuola primaria, la direzione didattica Francesco Orestano.
Abbiamo concluso un grande ciclo di attività, della durata di 1 anno, portando a compimento un’iniziativa che ha unito la coltivazione di prodotti, la creazione di manufatti ecosostenibili e la promozione dell’inclusione sociale. Sostenuto dall’Otto per Mille della Chiesa Valdese per il 2022 e poi 2023, il progetto ha lasciato un impatto duraturo a scuola e nei cuori dei partecipanti e delle loro famiglie. Durante l’anno di attività, il progetto ha coinvolto attivamente giovani e adulti con disabilità e bambini trasformando un semplice orto in un luogo di apprendimento esperienziale. Attraverso la semina, la cura delle piante e la produzione di manufatti come saponette naturali per la cura delle mani, del viso e del corpo, i partecipanti hanno acquisito competenze pratiche e trasversali.
La collaborazione con gli alunni della scuola primaria D.D. F. Orestano ha avvalorato la nostra tesi che il learning by doing può dare grandi benefici fin dalla tenera età. I piccoli agricoltori sono stati avvicinati al mondo agricolo step by step, informandoli costantemente sull’importanza della cura di uno spazio verde e formandosi durante il trascorrere delle stagioni sulle pratiche adeguate alla coltivazione e cosa piantare di volta in volta. Oggi possiamo dire che i bambini hanno portato a termine le attività in modo autonomo e responsabile, rispetto all’inizio dell’anno. Sono riusciti a svolgere le attività sfruttando le competenze acquisite, collaborando e seguendo le corrette fasi della piantumazione. Ringraziamo per questo i partecipanti con disabilità che sono diventati tutor per i più giovani durante tutto l’arco del progetto, svolgendo anche la funzione di supervisori nella seconda parte, correggendo quando necessario. Questo approccio ha favorito un ambiente inclusivo e ha contribuito a sfatare stereotipi, dimostrando il potenziale di ognuno, indipendentemente dalle abilità. Negli ultimi mesi avevamo piantato lattughe, finocchi e cavoli e la scorsa settimana abbiamo ampliato l’orto con la coltivazione dei piselli e fave con grande entusiasmo dei bambini che erano sorpresi dalla forma e dal colore di questi semi di legume che non avevano mai visto prima d’ora.
L’orto, reso accessibile attraverso passerelle e cassoni rialzati, ha continuato ad essere funzionale per l’accessibilità delle persone con disabilità e si è trasformato in realtà in un giardino sociale e solidale di facile accesso per tutti. “Orto Aperto” ha dimostrato che la cura dell’orto può essere più di una pratica agricola: è per l’appunto, un’ ortoterapia individuale e collettiva, uno strumento di comunità per coltivare l’inclusione, la sostenibilità e la consapevolezza ambientale. Inoltre, noi di Uniamoci crediamo che questa esperienza abbia contribuito a sviluppare competenze sociali e trasversali importanti quali: collaborazione e lavoro di squadra, responsabilità e attenzione, comunicazione, sviluppo di valori sani e una maggiore sensibilità verso la dimensione della cura. Mentre il progetto si conclude, il suo impatto positivo continua a fiorire nelle vite di coloro che sono stati coinvolti. Grazie a tutti quanti per la partecipazione, non è un addio ma un arrivederci!